Violato, vilipeso, sfruttato, esalato o addirittura santificato. Al corpo delle donne non serve una mistica della carne per essere in ogni senso, anche e contemporaneamente, corpo e anima viva nel mondo.
Ogni DONNA è resa “MADONNA” dall’ex voto di chi la guarda, un cuore votivo che è esterno al corpo, segno sulla pelle, tatuaggio a ricordo dell’intima bellezza.

Promenades

About Me
“Osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdere se stessi”
Simona Chipi, artista e giornalista. Inizia a dipingere da ragazzina, a occuparsi di comunicazione qualche anno dopo a Perugia sua città natale che lascia per trasferirsi a Roma, poi in Kenya, a Nairobi dove vive e lavora per alcuni anni. Ma il Mal d’Africa non arriva e così, all’ombra dei Baobab, sceglie di nuovo l’ombra del Cupolone. Nel 2020 torna a vivere in Umbria. Un nomadismo legato anche a un mestiere che l’ha portata a conoscere realtà, storie e culture diverse e che ha alimentato la necessità di dipingere per raccontare. Il Femminile. Convinta che la storia del mondo passa attraverso le “storie” delle donne. Ha esposto a Londra, Genova, Roma e Milano.
STATEMENT
STATEMENT
Il Femminile fra le trame di una tela e le sovrapposizioni di immagini. Dove il tratto è netto, ingombrante e l’immagine resta, in ogni sua forma, carnale, sensuale, spirituale. Fra sogno e incubo. Fra desiderio e paura. Sempre accogliente e libera. Sempre diversa ma mai indifferente.
Utilizzo la pittura a olio e il collage per raccontare il Femminile che per me ha volti e corpi di donna. Nudi. Ancestrali. Totemici. Anime di carne che guardano da dietro il bianco dei loro volti; il trucco della geisha come maschera per nascondere a chi osserva il tempo che passa, i pensieri che si ammassano, le emozioni che arano, perché arrivi soltanto lo sguardo, le labbra rosse, il sesso tatuato sulla carne a descrivere la moltitudine. Moltitudine di un femminile che è Universo a sé perché Ri-frazioni di sé, perché Ri-frazioni (di Eva) è l’origine e la fine; Anime che prendono forma sulla tela attraverso la sovrapposizione di strati di colore a olio solido, paste e gel modellanti con l’intento di esaltare l’impronta materica della carne perché possa essere visibile (e dunque innegabile), ogni elemento, ogni tratteggio, ogni segno, testimonianza dell’intimo vissuto. Che finalmente diventa pubblico.
In questi ultimi anni, riflettendo sulle dimensioni sempre più piccole delle immagini con cui nutriamo il nostro immaginario e dei “visori” da dove guardiamo il mondo, ho sentito la necessità di restituire alle cose la loro vera grandezza per tornare a meravigliarsi, a farsi sedurre, a conquistare. Tele e collage sono così diventati una sorta di “matrice”: digitalizzo, attraverso la fotografia o la scannerizzazione, i lavori pittorici e i collage affinché possano essere stampati anche su materiali industriali (plexiglass, d-bond, alluminio) oppure di nuovo su tela per poi tornare all’origine con interventi pittorici che eseguo direttamente sul nuovo. Ma anche attraverso l’inserimento di tagli di luce, di auree luminescenti in grado di restituire a queste Anime di carne il significato primordiale, dare loro nuova vita e spazi altri da abitare.
